New Technology

10/05/2003

Italian Digital Divide: la strada del wireless

Autore: Alberico Barattieri
Tratto da: The Daily Bit
Recentemente sono passato dall'adsl alla fibra ottica. Detto che il servizio fornito da Fastweb è, al momento, ineccepibile, vorrei tornare sull'argomento digital divide italiano alla luce di alcuni scambi di opinioni con i tecnici che si sono occupati dell'installazione ed in considerazione dell'evoluzione dei servizi 3G e Wi-Fi nel nostro paese.

Nel mio ultimo scritto sull'argomento proponevo una soluzione che "forzasse" gli operatori nostrani ad estendere la fornitura di banda larga in modo capillare su tutto il territorio nazionale, servendo così anche le zone più remote e svantaggiate del nostro paese. Ora, con l'avvento della rete UMTS e la possibilità di utilizzare il Wi-Fi lo scenario possibile è cambiato. Non tanto dal punto di vista operativo (ritengo che la mia precedente proposta resti valida) ma, soprattutto, dal punto di vista tecnologico.

Come ormai sappiamo, cablare con la fibra costa. Anche installare le nuove centraline per i servizi adsl (sempre che le linee in rame su cui operano siano più recenti del precambriano) ha un costo elevato. Dunque, si può in parte capire la lentezza dell'espansione di questi servizi fuori dalle grandi città. Ma con UMTS e Wi-Fi le cose potrebbero cambiare.

- Già oggi, con una scheda dati gsm/gprs ed una PCMCIA sul proprio portatile è possibile, ad esempio, lavorare connessi alla rete (a 33k se coperti dalla rete gprs, come un vecchio modem) viaggiando in treno da Torino a Venezia. E con una tariffa "flat".

- In Italia sono disponibili i terminali (telefonini) 3G oltre alla relativa rete UMTS in rapida espansione (diversamente da molti paesi dove se esiste la rete non esistono i terminali e viceversa).

- Anche la legge italiana prende ora in considerazione la possibilità di installare delle reti locali Wi-Fi.

Proviamo ora ad immaginare come, attraverso un uso integrato delle nuove tecnologie brevemente riportate qui sopra, potrebbe essere fornito un servizio a banda larga a tutti i cittadini del nostro paese, specie quelli che per la loro zona di residenza sono oggi tagliati fuori dal futuro.

Immaginiamo dunque una rete mista, dove l'utente finale è connesso tramite tecnologie wireless.
Nelle piccole comunità, come i piccoli paesi di 1000-3000 abitanti il servizio potrebbe essere fornito su rete Wi-Fi, magari gestito direttamente dal Comune.
A monte dei comuni il segnale sarebbe trasportato da dorsali in fibra (con costi nettamente inferiori al cablaggio casa per casa) o tramite satellite. Quest'ultima ipotesi permetterebbe, tra l'altro, la connessione anche delle nostre isole minori.
Naturalmente sarebbe necessario un supporto finanziario da parte dello Stato o, visto il periodo di "devolution" (o devoluscion?) in cui viviamo, delle Regioni.

Nelle zone dove la popolazione è più dispersa sul territorio, la copertura UMTS potrebbe risolvere il problema, attraverso la possibilità per questi utenti "svantaggiati" di stipulare dei contratti UMTS/dati concorrenziali in termini di prezzo con un abbonamento adsl "flat" tradizionale.
Personalmente, da bravo individualista, ritengo che questa seconda soluzione sarebbe quella che, estesa a tutto il territorio nazionale, mi vedrebbe immediatamente abbonato.

Questa dell'Italian Digital divide potrebbe sembrare una mia fissazione. Al di là degli evidenti vantaggi in prospettiva per la crescita sociale, culturale ed economica della nostra nazione, vorrei rassicurarvi: non ho alcuna intenzione di trasformare di botto un pastore della Barbagia in un esperto di unix o un produttore di Bresaola della Valtellina in un provetto hacker ma, magari, i loro figli un pensierino al riguardo vorrebbero avere la possibilità di farlo.